Acqua da bere

L’acqua è vita, gioia, fertilità, freschezza, rigenerazione, bisogno vitale. L’uomo nasce nell’acqua, insegue l’acqua, è fatto d’acqua. È necessario berne fino a due litri al giorno per mantenere l’idratazione del corpo. Una parte si assimila dal cibo, specialmente da frutta e verdura, il resto dal bicchiere. Oggi ci viene offerta in mille modi, dal rubinetto, naturale, frizzante, filtrata, aromatizzata, in bottiglie di ogni forma e colore. Una questione di gusto, benessere, costi e praticità. Ma anche di ecologia: tra i fattori che possono influire sulla scelta c’è anche l’impatto ambientale, che varia moltissimo in base ai fattori di produzione, imbottigliamento e trasporto.

 

ACQUA DEL RUBINETTO – La qualità e la composizione dell’acqua variano da comune a comune, in Italia. È possibile testarne la qualità grazie a un kit «fai da te» che si trova in farmacia. L’idea è stata brevettata da due ricercatori dell’Università Bicocca di Milano. Servendosi di diverse cartine si ottiene l’analisi immediata di ph, durezza e contenuto di sostanze indesiderate. Esistono delle brocche col filtro che diminuiscono la presenza di cloro o di piombo, rame e carbonati di calcio e magnesio. Chi ama le bollicine può acquistare i gasatori domestici, che sono anche oggetti di design.

ACQUE IN BOTTIGLIA – Il nostro Paese si colloca al terzo posto nel mondo per consumo pro capite, con 205 litri l’anno e 240 bottiglie per famiglia. Un dato interessante da ricercare in etichetta è il valore dei nitrati (NO3), che sono considerati indice di qualità ambientale dell’area di provenienza. Inferiore è il valore, migliore è la qualità. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sconsiglia l’uso per i bambini di acque con nitrati superiori a 10 mg/l. La parte più rilevante dell’impatto ambientale è da attribuire alla produzione del packaging, […]

By |October 31st, 2013|Categories: Uncategorized||Comments Off on Acqua da bere

Acqua di rubinetto nei locali: 1,5 milioni di bottiglie di plastica in meno

L’iniziativa alla quale hanno aderito 126 locali in Lombardia tra ristoranti, agriturismi, circoli Arci e Acli, bar e rifugi alpini, cioè servire acqua di rubinetto invece di quella in bottiglia, ha permesso di risparmiare in un anno 1.500.000 bottiglie di plastica e oltre 100 tonnellate di anidride carbonica non emessa in atmosfera.

I DATI – Questi i primi risultati di un anno di attività della campagna L’abbiamo imbroccata, rivolta ai cittadini e alle amministrazioni locali per promuovere l’uso dell’acqua «del sindaco» in casa, negli esercizi pubblici e negli uffici lombardi. Dei 126 locali che si sono convertiti all’acqua del rubinetto, 79 sono a Milano, 47 fuori città, di cui 28 nei Comuni serviti da Amiacque e uno nella provincia di Monza Brianza. Al progetto hanno aderito anche 18 aziende dove ora i dipendenti possono bere acqua del rubinetto durante la pausa pranzo.

OBIETTIVI – Grazie all’iniziativa sono stati raggiunti gli obiettivi di ridurre i costi ambientali legati a produzione, trasporto e smaltimento delle acque in bottiglia e incentivare il consumo dell’acqua di rete come risorsa di qualità da valorizzare e non sprecare. Amiacque partecipa a questo progetto mettendo a disposizione dei locali dei comuni serviti brocche corredate dell’etichetta dell’acqua, che riporta i valori dell’acqua di rete del Comune di appartenenza del ristorante.

By |October 30th, 2013|Categories: Uncategorized||Comments Off on Acqua di rubinetto nei locali: 1,5 milioni di bottiglie di plastica in meno

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